Secondo recenti studi di psicologia infantile, i bambini nascono con un loro carattere genetico definito temperamento, che è dato dall’ insieme dei tratti del carattere che sono innati in ognuno di noi. E’ la base sulla quale si viene a formare la nostra personalità di individui, che dopo la nascita viene modellata e sviluppata dalle esperienze che facciamo nella vita.
Le neuroscienze, che studiano la biologia dei processi mentali umani, hanno confermato che la maggior parte dello sviluppo cerebrale che determina il temperamento dei bambini ha luogo durante le prime diciotto settimane di gestazione.
È estremamente affascinante seguire l’evoluzione dei circuiti cerebrali dei bambini ancora nella pancia della mamma, e le neuroscienze oggi ci permettono di capire quali sono i principali fattori che possono influire sulla formazione del temperamento dell’individuo.
Il bambino nella pancia della mamma è letteralmente bombardato da stimolazioni sensoriali e dall’azione di ormoni: ossitocina, serotonina, cortisolo, e altri ormoni vengono prodotti dal corpo della madre durante la gestazione, legati a stati di benessere, serenità oppure ansia e stress, ed influiscono in modo determinante nello sviluppo delle connessioni cerebrali del bambino.
Alcuni ormoni, nello specifico, contribuiscono a determinare anche i circuiti cerebrali specifici di maschi e femmine. Fino all’ottava settimana, il cervello dei bambini é, per così dire, “neutro” dal punto di vista della differenziazione maschile/femminile. Dall’ottava settimana di gestazione in poi, un massiccio afflusso di testosterone trasforma il cervello in “maschile”, e un afflusso di estrogeni in “femminile”.
Negli ultimi anni un numero crescente di studi ha messo in luce un’associazione tra sintomi di stress, ansia e depressione in gravidanza e alterazioni a livello fisiologico e comportamentale nei bambini sin dalla prima infanzia (una maggior tendenza al pianto, maggiore inconsolabilità, disturbi del sonno e dell’alimentazione, temperamento difficile, ecc.)
Irina e Miriam sono due sorelline nate a 18 mesi di differenza l’una dall’altra. “Quando sono arrivate al nido sembravano quasi due gemelle, tanto si assomigliavano fisicamente” racconta la coordinatrice. Eppure, mentre Irina è una bambina entusiasta ed adattabile, socievole e sempre sorridente, Miriam dimostra fin da subito un carattere più turbolento e scostante, incline alla rabbia e alla scontrosità. Stessa madre, stessa famiglia, stesso ambiente affettivo ed educativo. “Non riuscivamo a spiegarci questa differenza, fino a quando la madre durante un colloquio ci ha raccontato che l’anno precedente, mentre era incinta di Miriam, si erano trasferiti per lavoro dal loro paese di origine. Lo stress del trasloco e dell’adattamento ai nuovi ritmi ed abitudini di vita evidentemente ha avuto un notevole effetto anche sul temperamento della bimba ancora in grembo”.
Rudolf Steiner sosteneva che esistono quattro temperamenti, da collegare ai quattro ”lati” dell’uomo. Ognuno di noi nasce sotto l’influsso incrociato di queste forze, creando il nostro temperamento dominante.
In breve, chi possiede un “io” forte, avrà un temperamento collerico, chi ha un “corpo astrale” forte, sarà un sanguigno, chi è spinto dal “corpo eterico” tenderà ad essere flemmatico, ed infine chi è dotato di un forte “corpo fisico” si dice malinconico.
Alexander Thomas e Stella Chess hanno definito recentemente tre tipologie di temperamento:
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- temperamento facile: è tipico di quei bambini che hanno dei ritmi regolari e reagiscono positivamente agli stimoli nuovi.
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- temperamento lento: i bambini lenti mostrano una certa regolarità, ma si adattano lentamente ai cambiamenti. Sono coloro che risentono maggiormente degli aiuti dall’esterno.
- temperamento difficile: bambini dai ritmi irregolari che resistono ai cambiamenti e hanno un’inclinazione alle emozioni negative.
Le connessioni neurali influiscono anche sulle modalità di percezione.
Le neuroscienze evidenziano come le connessioni neuronali che si formano ancora in pancia della mamma siano responsabili non solo del temperamento o della differenziazione caratteriale sessuale, ma anche del modo in cui vengono percepite le immagini, gli odori, i sapori; dagli organi sensoriali i nervi corrono direttamente al cervello, che ne interpreta tutti i segnali.
Neuroscienze ed educazione
Nonostante i fattori genetici e costituzionali svolgano un ruolo importante nello sviluppo della mente umana, gli scienziati concordano nell’affermare che “i rapporti umani e i fattori culturali e sociali implicati nella formazione, attraverso la neuroplasticità, possono plasmare lo sviluppo del cervello e della mente e promuovere una buona qualità del funzionamento cognitivo, sociale, emotivo.” (Chiara D’Alessio)
Il cervello, come la vita, non è una “cosa statica”, ma un divenire, in un continuo processo di auto creazione. Alla nascita il cervello dei bambini è dotato di un’impressionante plasticità ed è in grado di modellarsi e rimodellarsi continuamente in seguito alle esperienze, e l’apprendimento dunque “scolpisce” il cervello, creando sempre nuovi, intricati disegni nelle connessioni neurali.
Natura ed educazione: secondo le scoperte delle neuroscienze, lo sviluppo infantile è inestricabilmente condizionato da entrambe. La natura da una parte ha un ruolo preponderante nel determinare il temperamento, ma le esperienze e l’interazione con altri possono modificare le connessioni neuronali e cerebrali.
Quindi è vero che il principio regolatore fondamentale del cervello è fondato sull’interazione di geni e ormoni, che determinano il temperamento, ma non si possono ignorare i cambiamenti apportati dall’interazione con altre persone e con l’ambiente in generale. Il tono di voce, il contatto fisico, le parole dell’adulto (genitore o educatore) contribuiscono a sviluppare in una particolare maniera il cervello dei bambini e a influenzarne la visione soggettiva della realtà. L. Brizendine
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