Laboratori culinari al nido: Anche la cucina è uno spazio educativo

Continuiamo la serie di approfondimenti sull’ organizzazione della cucina e della mensa dell’asilo nido sottolineando l’importanza, spesso trascurata, del valore educativo che rivestono le esperienze e le attività dei bambini in cucina o con i materiali e gli utensili della cucina.

Un progetto educativo ben studiato attribuisce molta importanza ai giochi in cucina sia per ciò che concerne la strutturazione degli spazi, sia per quanto riguarda la programmazione delle attività guidate.

I laboratori culinari diventano un ottimo strumento di osservazione per le educatrici, che possono documentare la reazione/relazione di ogni bambino con le sostanze e i materiali, e l’interazione con gli altri bambini e gli adulti.

Nelle esperienze in cucina ai bambini è possibile svolgere attività che riguardano diverse sfere di apprendimento, e acquisire competenze relazionali, simboliche e cognitive che ne sviluppano la crescita emozionale.

La cucina è un luogo normalmente inaccessibile ai bambini, e in essa si svolgono quelle attività di servizio al nido che di solito rimangono “sconosciute” ai bambini. Nell’organizzazione pedagogica tradizionale, infatti, all’ora del pranzo i bambini vengono fatti sedere ai tavolini già preparati ed apparecchiati dalle ausiliarie, e viene loro servito il pranzo spesso già porzionato nei piattini. In questo modo, tutta la magia del processo di preparazione degli alimenti rimane un mistero, così come l’ambiente cucina. Invece, il coinvolgimento graduale in alcune attività può essere molto stimolante e incuriosire anche i più piccoli.

Le attività di cucina possono essere proposte in diversi modi, in modo da coinvolgere e sviluppare competenze diverse nei bambini.

Sinteticamente, i laboratori culinari possono essere organizzati come:

  • narrazione
  • manipolazione
  • gioco simbolico
  • gioco di riconoscimento degli alimenti e degli utensili

Gli spazi da utilizzare:

  • l’angolo della lettura o dei tavoli per la narrazione
  • l’angolo delle attività ai tavoli o la cucina stessa, se abbastanza capiente, per le manipolazioni
  • la zona delle attività ai tavoli e la cucina per la realizzazione delle ricette

Si può cominciare con il creare un clima di curiosità attraverso la narrazione, descrivendo la cucina come un “antro magico” in cui avvengono strane magie: la farina, l’acqua, lo zucchero che si trasformano in torte, biscotti, panini e pizze! Attraverso l’invenzione di un racconto o di una drammatizzazione che coinvolga i bambini (la storia della mela, il racconto del fornaio, del pasticcere…), si possono animare e personalizzare alcuni alimenti o alcuni utensili che si intendono utilizzare, e così si preparano i bambini alle fasi successive, quelle dei laboratori culinari veri e propri.

In un primo laboratorio si possono proporre ai bambini attività di manipolazione delle diverse sostanze alimentari. Le educatrici propongono di volta in volta alimenti e sostanze diverse, che i bambini possono toccare, annusare, assaggiare, impastare, mescolare. Questo tipo di attività porta il bambino ad affinare le proprie esperienze coinvolgendo tutti i sensi: alcuni alimenti si possono anche assaggiare, diversamente da altri materiali “classici” utilizzati nelle attività di manipolazione (ad esempio il didò). Ma si può anche “ascoltare” il rumore dell’acqua che viene versata nelle ciotole, o scoprire il rumore che fanno i fagioli o il riso soffiato quando vengono scossi.

In questo laboratorio i bambini imparano a conoscere i materiali diversi, e a scoprire come le sostanze cambiano e si trasformano per magia mescolando gli ingredienti fra loro.

Per rendere più efficace il laboratorio, andrebbero utilizzati preferibilmente gli spazi della cucina, da cui le educatrici estraggono di volta in volta le sostanze (lo zucchero dal barattolo dello zucchero, la farina dalla dispensa, il latte dal frigorifero, etc.) e gli utensili da usare (le ciotole, i cucchiai, i mestoli dai cassetti e dai mobili della cucina), in modo da contestualizzare l’esperienza. In alternativa, si possono accompagnare i bambini in cucina in piccoli gruppi, e coinvolgerli nella preparazione del materiale da usare successivamente nel laboratorio.

Quali sostanze utilizzare? In questo primo laboratorio non è fondamentale ottenere come risultato finale un “prodotto”, ma si possono semplicemente lasciare pasticciare i bambini con la farina bianca, la farina gialla, con l’acqua, la cioccolata, la panna montata, mescolandoci insieme il cocco, il sale grosso, lo zucchero, i semini, l’orzo, i fagioli, la pasta, il riso, le lenticchie, le verdure, e così via.

E’ importante che alla fine di ogni laboratorio i bambini vengano coinvolti anche nelle attività di riordino e pulizia della stanza, dei tavoli e degli utensili utilizzati. Lavare le ciotole, pulire i tavoli, spazzare è un gioco divertente che i bambini fanno tutti i giorni, così aiutando gli adulti, imparano le regole sociali e il rispetto di un ambiente.

In una fase più avanzata del progetto si può introdurre un vero e proprio laboratorio di cucina, aiutando i bambini a realizzare alcune ricette semplici, come ad esempio la pizza, o i biscotti, o una torta. Non sempre la ricetta riesce alla perfezione! Può succedere infatti che, durante la preparazione, qualcosa vada storto. In questi casi, è bene spiegare ai bambini che non sempre le cose riescono come si vorrebbe e che tuttavia quando si cucina bisogna avere molta cura.

Un esempio di laboratorio culinario realizzato in un asilo nido

Laboratorio culinario – La torta

“Il progetto “Dolce al cioccolato” è stato realizzato con tutti i bambini grandi del nido, suddivisi in gruppi di quattro, seguiti da due educatrici di riferimento.

L’esperienza si è svolta nella zona mensa, e successivamente in cucina, e i materiali usati sono stati: ciotole di plastica, utensili vari, biscotti, cacao, burro, latte, uova, lievito.

Nella prima parte dell’attività i bambini hanno schiacciato i biscotti con le mani e con gli utensili preparati dalle educatrici, come ad esempio i piccoli mattarelli di legno che usiamo per le attività di manipolazione. Con l’aiuto di un cucchiaione di legno i bambini hanno poi mescolato i vari ingredienti della ricetta, toccandoli anche con le mani e assaggiandoli. Alla fine le educatrici hanno aggiunto le uova e il lievito, e poi tutti insieme in cucina a mettere il dolce dentro il forno e a vedere come, cuocendo, lievitasse!

In realtà la ricetta non è proprio riuscita alla perfezione, perché il dolce è rimasto un po’ basso, non è lievitato perfettamente. Ma l’esperienza è stata importantissima per i bambini, che a pranzo hanno assaggiato con grande soddisfazione il loro capolavoro!”

Le attività in cucina possono essere programmate anche come gioco simbolico, senza necessariamente utilizzare le sostanze alimentari in modo diretto cucinando. Le educatrici possono invitare i bambini ad indossare la “divisa da chef” (cappellone o cuffia, grembiule) e ad aiutare a preparare il pasto, ad apparecchiare i tavoli, a distribuire il pane, a servire in tavola a turno gli altri bambini.

Questo tipo di gioco, così come il far finta di essere la mamma o il papà che cucinano, il dar da mangiare alle bambole o agli altri compagni, l’imboccarsi a vicenda, sono azioni che hanno grande importanza per l’acquisizione da parte dei bambini dei concetti, dei ruoli, delle regole del mondo che li circonda.

Riassumendo, quali sono le competenze che il bambino elabora attraverso questo tipo di laboratori in cucina?

    • manipolazione di sostanze diverse
    • affinamento della coordinazione oculo-manuale
    • affinamento della prensione fine
    • esperienze sensoriali (toccare le sostanze, sentire odori diversi)
    • distinguere e denominare la consistenza, le qualità e i colori degli ingredienti
    • osservare e sperimentare la trasformazione delle sostanze mescolandole fra loro
    • conoscere il nome e la funzione degli utensili
    • conoscere la sequenza di azioni necessarie per realizzare una ricetta
    • osservare la trasformazione delle sostanze attraverso il caldo e il freddo (cottura in forno, frigorifero)
    • esperienze simboliche di ruolo
    • conoscere delle regole sociali e di rispetto dell’ambiente: riordinare, lavare gli utensili, pulire i tavoli, spazzare.

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