La sfida dei Poli per l’Infanzia: garantire pari opportunità educative dalla nascita ai 6 anni
La Legge del 13 luglio 2015, n. 107, detta “Legge della Buona Scuola”, ha introdotto in Italia un sistema integrato di educazione e istruzione per bambini dalla nascita ai sei anni, che è stato resa operativa dal Decreto Legislativo n. 65 del 13 aprile 2017.
Il sistema integrato di educazione e istruzione per i bambini dalla nascita ai sei anni, comprende diversi servizi educativi come:
- i nidi e micronidi per bambini tra i 3 e i 36 mesi;
- le sezioni primavera per bambini tra i 24 e i 36 mesi, che sono collegate alle scuole dell’infanzia o ai nidi stessi;
- i servizi integrativi come gli spazi gioco,
- i centri bambini-famiglie
- e i servizi a domicilio (i nidi famiglia) per i bambini tra i 3 e i 36 mesi, che hanno una flessibilità nell’organizzazione e modalità di funzionamento differenti;
- infine le scuole dell’infanzia pubbliche e private paritarie per i bambini dai 3 ai 6 anni.
Inoltre, il Decreto Legislativo n. 65 del 2017 ha introdotto la novità dei Poli per l’infanzia: consistono in un unico edificio o in un gruppo di strutture vicine, che offrono programmi educativi e pedagogici continuativi per i bambini dalla nascita ai sei anni, senza distinzione nei due segmenti 0-3 e 3-6.
I Poli per l’infanzia possono essere aperti in diverse sedi, come ad esempio:
- Edifici scolastici: possono essere allestiti all’interno di edifici scolastici esistenti, utilizzando spazi già disponibili per accogliere i bambini dalla nascita ai sei anni;
- Edifici pubblici: possono essere ospitati in edifici pubblici, come ad esempio palestre, centri civici, biblioteche, etc;
- Edifici privati: possono essere allestiti in edifici privati, come ad esempio in centri commerciali, uffici, etc.
In generale, i Poli per l’infanzia devono essere costruiti o adattati per garantire il benessere e la sicurezza dei bambini, e devono essere posizionati in aree facilmente raggiungibili dalle famiglie.
Da chi possono essere aperti i Poli per l’Infanzia?
I Poli per l’infanzia possono essere aperti da diverse tipologie di enti, a seconda delle disposizioni legislative e delle risorse disponibili.
In generale, i Poli per l’infanzia possono essere aperti da:
- Enti pubblici: possono essere aperti dalle amministrazioni statali o regionali, come le scuole statali e le Province autonome, o da enti pubblici non statali, come le municipalità.
- Enti privati: possono essere aperti da enti privati, sia a livello nazionale che regionale, come le scuole paritarie, le cooperative e le associazioni.
Inoltre, i Poli per l’infanzia possono essere gestiti da enti pubblici o privati, in base alle disposizioni legislative e alle risorse disponibili.
In generale, le amministrazioni locali e nazionali hanno il compito di individuare i soggetti privati o pubblici che possono gestire i Poli per l’infanzia, e di stabilire le modalità di gestione e finanziamento delle strutture.
Per l’apertura dei Poli per l’infanzia possono esserci anche dei finanziamenti (per ora agli Enti pubblici) da parte del Governo, delle Regioni e Province autonome, nonché da fondi europei, privati e non profit.
In particolare, il governo italiano ha stanziato fondi per la costruzione e la ristrutturazione di edifici destinati ai Poli per l’infanzia, sia attraverso programmi specifici come il PON Infanzia, sia attraverso programmi di finanziamento più ampi come il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC).
Inoltre, è possibile che ci siano dei fondi europei a disposizione per la costruzione di edifici scolastici e per l’educazione dei bambini in età prescolare.
PER SAPERNE DI PIU’: il corso “APERTURA DI UN ASILO NIDO, CENTRO INFANZIA 06, LUDOTECA, BABY PARKING”